DECALOGO DEL PECORINO TOSCANO ©
1- Diciamolo subito, i’ pecorino in Toscana si chiama Cacio. L’è da i’ tempo di’ Granducato che i’ nome attribuitogli l’era Cacio Marzolino, perché si faceva da Marzo.
2- L’è Dop(pe) perciò d’origine protetta, e ci credo, bono come i’ nostro formaggio ce n’è pochi.
3- Si fa con i’ latte di pecora, mi sembra anche banale dirvelo, però l’è da sapere che a seconda della zona, dell’erba, del metodo e di molti altri dettagli, un ce n’è uno uguale a quell’altro.
4- I’ Cacio l’è una presenza indispensabile per le tavole toscane che si rispettino. Baccelli e pecorino, pere e pecorino, con le marmellatine, sulla pasta, da solo…insomma come vu volete, tanto l’è sempre bono.
5- Non dimentichiamo i’ Raveggiolo che l’è i’ nostro formaggio freschissimo, i’ pecorino delle montagne pistoiesi, i’ Cacio di Pienza, delle Balze Volterrane, della Lunigiana…
6- Dietro ad ogni forma c’è una storia, un pastore, i suoi animali, la dedizione, i’ scrificio. Compratelo direttamente da queste persone, siate curiosi e non mangerete solo i’ formaggio…
7- Se vi garba godere per davvero, mangiatevi i’ tofu e i’ formaggio fatto con i’ germogli di soia invece di’ latte…ahhhh che bellezza!
8- Pecorino e Salumi, un bel filo di pane e un gotto di rosso, un ci vole tanto per fare una merenda da re. Se poi vu siete a fare un picche-nicche su i’ pratino ancora meglio.
9- Mi raccomando, vagabondi, se la buccia l’è di quelle naturali…la si mangia! Un facciamo i bischeri.
10- Che poi l’è bono fresco con i’ salatino, o stagionato che c’ha i’ pizzico, di grotta, paglia e fieno, a latte crudo…e rigorosamente mangiato colle mani.
Le tradizioni vanno rispettate…per il resto avete a festeggiare Halloween.
By Mollica’s Streetfood